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Underground [1pt – 1c – 5pgr] Il cerimoniale (Ossessione)

Ossessione  Yarko estrasse di tasca una pillola bianca, la schiacciò tra le mani fino a sbriciolarla e lanciò la polvere nella stanza. Per q...

venerdì 25 novembre 2022

Underground [1pt – 1c – 5pgr] Il cerimoniale (Ossessione)

Ossessione 


Yarko estrasse di tasca una pillola bianca, la schiacciò tra le mani fino a sbriciolarla e lanciò la polvere nella stanza. Per qualche secondo si riempì di una misteriosa nebbia.
Poi il demone si avvicinò nuovamente a lei, e le sfiorò un lembo di pelle con un unghia.

Lei si sentì persa.
-brrrr...sono finita...chissà quali atroci agonie mi attendono...
Apparso per magia un cubetto di ghiaccio nelle sue mani, lo poggiò sulle labbra della ragazza, lo fecce scivolare sul suo collo e sui suoi seni, facendo inturgidire i capezzoli.
- Vedo che gradiscono il trattamento.
-...che bastardo...- disse lei languida. Rise maliziosa ormai rassegnata al suo piacevole destino ineluttabile.
- Sai che quest'offesa potresti pagarla molto cara? - Il tono di voce di Yarko divenne serissimo.
Anya si spaventò.

- ma dai... scusa... mi...- Anya non riusciva a pronunciare una frase di senso compiuto – pensavo che...
Yarko continuò a giocare con il ghiaccio e fece scivolare alcune gocce ghiacciate sul suo ventre caldo. La pelle di lei si rizzava allo stimolo del gelo.
Il demone posò le sue mani bollenti dove il ghiaccio aveva lasciato traccia ed il corpo della ragazza divenne asciutto!
Anya mugugnò.
Senza ascoltarla, lui salì cavalcioni sopra la ragazza e cominciò a raspare lentamente le sue ascelle esposte.
La ragazza cacciò un urlo - Dai... ti prego no, il solletico no. Fammi di tutto, ma il solletico no.
Yarko rise maliziosamente – Sentiamo, cosa intendi per “tutto”?
- No, ti prego, basta, ti supplico, non farmi urlare,ti prego. Il solletico si, ma non adesso. Sveglio i miei familiari.
Anya era realmente preoccupata.
- Fidati, nessuno sentirà mai nulla, e nessuno potrà mai venire ad aiutarti.
Quel demonio doveva aver fatto qualche strano sortilegio. La cosa la tranquillizzò da un lato, ma la atterrì ulteriormente dall'altro.
- No, ti prego, pietà.
La blanda tortura continuò per molti minuti, poi Yarko si fermò.
- Sei matto - Anya affannava - mi volevi ammazzare?
La ragazza aveva sempre voluto che qualcuno le facesse vivere quello che il demone le stava facendo assaggiare, ma il terrore che ora provava le impediva di assaporarne appieno il momento.
C'era qualcosa in quel ragazzo che l'attirava e respingeva contemporaneamente.
- Tranquilla, non morirai per così poco. E poi, non mi hai forse chiamato per esaudire le tue fantasie più segrete ed estreme? O vuoi tirarti indietro?
Il giovane le sfilò la pezza che le bendava gli occhi e si alzò. Aprì la porta, schiudendola appena.
-No no no, rimani; stavo scherzando: è solo che non sono abituata e mi sembrava di morirci, ma ti prego, non andare - Anya si stupì delle sue stesse parole.
Yarko le si avvicinò: voleva guardarla negli occhi.
- Sei sicura? Non vorrei che...
Aveva ancora paura di quello straniero ma sentiva che di lui poteva fidarsi.
Inoltre, si sentiva incredibilmente attratta da lui, che temeva avrebbe accettato qualsiasi cosa le avesse proposto, pur di tenerlo vicino.
La ragazza cominciava a bramarlo.

- No, no, ti prego non andare - lei lo fissò– e non fare caso alle mie lamentele; devi darmi il tempo per abituarmi a questo genere di
trattamenti, ti prego. Abbi pazienza con la tua ancella.
Yarko si crogiolava nel suo ego. Era stato all'altezza del suo compito.
- Quindi te vuoi diventare mia ancella?
Anya biascico appena – Si.
- Prometti quindi di accettare qualsiasi cosa io ti chieda di sopportare ?
- Si - rispose Anya di getto - ma te, cosa mi faresti poi? - Chiese.
- Ho capito: non ti fidi, sto perdendo tempo - Yarko riprese il mantello rischiando il tutto per tutto.
- No no no, ti prego, si, voglio essere la tua ancella e accetterò qualsiasi cosa tu mi proponga - gridò spaventata - ma non andartene, ti prego, continua: fammi impazzire come desideri. Voglio essere completamente alla tua mercè.
La volontà della ragazza era spezzata: ora lei bramava le torture del demone.
La ragazza era nelle sue mani e lo sarebbe stata per sempre fino alla fine dei suoi giorni.




martedì 22 novembre 2022

I misteri di Sartisk

 

Nel villaggio di Sartisk vive una comunità di monaci neri che custodisce un terrificante segreto.
Abitano una chiesa sconsacrata da cui nessuno è più uscito.
Buie strade e stretti sottopassi nascondono malefiche ombre che si muovono inosservate.
Chi è quella misteriosa archeologa che è arrivata da poco alla locanda?
Perchè nessuno vuole rispondere alle sue domande?



venerdì 11 novembre 2022

Underground [1pt – 1c – 4pgr] Il cerimoniale (Rabbia)

 Rabbia

- Il ragazzo ci sa fare – abbozzò Lorenz - andiamo sul divano?
- Ha avuto delle ottime insegnanti – rise ironicamente il principe dei demoni, seguendo il suo amico.
- Di certo, quella zoccola della compagna l'ha istruirlo a dovere. – intervenne Rohanda, mentre accavallava con eleganza le gambe in mezzo ai due demoni – Vorrei sapere cosa spera di ottenere con questa mossa.
- Suvvia, il tuo odio per Krymhild è così forte – la voce di Lorenz era paccata - che sospetti della sua dama di compagnia.
Sargon sollevò il calice in cristallo appressandolo alle labbra, mandò giù un sorso del liquido amaranto e cercò di concentrarsi sulla musica.
- Io non capisco perché osi ancora mancarmi di rispetto per difendere quelle sciacquette. – la voce di Rohanda era incrinata dalla rabbia – Devo ricordarti che sei un nobile Ashvy, marito della tua stessa regina e... – mentre i musici della Larankia suonavano, una corda del violino si spezzò.
La nota emessa fu come un acuto fortissimo che alle orecchie dei demoni sembrò una pugnalata nei timpani, e interruppe gli strali della regina.
Quell'acuto sconnesso lasciò tutti di sasso: gli stessi musici si fermarono spaventati mentre lo sfortunato musicista, che suonava il violino incriminato, osservava incredulo lo spazio disarmonico lasciato tra le corde per via dell'incidente.
- Mia regina, mi perdoni! – si affrettò a supplicare il kardigo – È stato un incidente: una corda è saltata e...
Rohanda fissò i malcapitati – Stavo parlando con mio marito, voi mi avete interrotto.
- Ci perdoni, mia regina – continuò a scusarsi il kardigo mentre frugava tra i suoi averi alla disperata ricerca di una corda per sostituire la mancante – dev'essere stato per via de... - le parole morirono in bocca allo sventurato kardigo.
- Suppongo sia per via delle mie urla – interruppe Rohanda - Avete insinuato io sarei una befana pettegola che molesta i suoi commensali, bene bene.
- No, no no – gridò lo sfortunato kardigo prostrandosi al suolo – come può sua altezza pensare che io...
Rohanda sbattè le palpebre due volte e schioccò la lingua sul palato.
I cinque kardighi ridussero drasticamente il loro volume, avvizzendo come un frutto andato a male, le loro suppliche pure divennero incomprensibili bisbigli. I loro arti si moltiplicarono assumendo l'aspetto di terrificanti e minuscole spine, intersecando quello che un tempo era stato il loro torso.
I musici della Larankia erano stati trasformati in cinque pityocampe: cominciarono a strisciare sul pavimento cercando qualche foglia da mangiare.
- Ma cara, ti rendi conto che è stato un incidente e che...?
- Mi avevano offeso davanti al nostro principe e tu non hai fatto nulla per difendermi.
Lorenz rimase basito – Stai scherzando?
- Ho capito! – la regina aveva gli occhi arrossati – La mia presenza non è di tuo gradimento. Per difendere la tua vecchia fiamma, sbraiti, sputi fuoco e lanci fulmini dagli occhi. Per me, non muovi un dito. Devo imparare a rimanere al mio posto. Mi ritiro per non infastidirti oltre. Mio principe, col tuo permesso – Rohanda voltò le spalle ed uscì dal salone.
I due demoni si guardarono perplessi.
La voce di Lorenz spezzò il silenzio innaturale.
- Darlyne, fa' portare via quelle bestiacce – il demone indicò la processione delle cinque pityocampe che cercavano di nascondersi.
- Subito, mio signore – la rajara poggiò della stoffa sul pavimento, raccolse quelli che furono i musici della Larankia avvolgendoli come un fagotto e li infilò tra le corde e la cassa del violino di legno di abete cresilo – ho pensato che essendo stati dei musicisti, avrebbero apprezzato il pensiero.
I due demoni annuirono e Darlyne uscì dal salone.
- Per fortuna eri davanti e hai visto e sentito – Lorenz si rivolse al principe dei demoni - Cos'ho fatto?
- Lasciamo perdere – disse Sargon, riprendendo il bicchiere in mano – perchè credi che non mi sia mai sposato?
Sargon sfregò il pollice tra medio e indice: un usignolo comparve alla finestra e cominciò a cantare.
- Godiamoci questo cerimoniale – Sargon scambiò uno sguardo con Lorenz - il ragazzo sembra promettente.




domenica 6 novembre 2022

Underground [1Pt - 1c - 3pgr] - Il cerimoniale (Brama)

 Brama

La musica allietava la tavola dei nobili Ashvy che sorseggiavano vino gustando un arrosto di daino selvatico, regalo di un cacciatore della landa desolata.
I musici della Larankia erano una famiglia di cinque kardighi, maneggiavano con demoniaca sapienza un violino, due arpe, un flauto e una cetra: le loro melodie solleticavano le menti più brillanti facendo raggiungere loro sublimi e raffinati stati di estasi.
Yarko si dilettava con l'umana che aveva officiato il cerimoniale al di là dello specchio mentre i tre demoni ne osservavano, curiosi, le movenze.
Qualora non fosse stato all'altezza del suo compito, la sua stirpe avrebbe pagato pegno per aver trasgredito le leggi, inviando un “umano” per compiere in vece loro, il proprio dovere.

***

L'ibrido demone percepì gli stati d'animo della ragazza; la osservava nuda e indifesa
sentendo ardere la passione: d'altronde era autorizzato a comportarsi come meglio credeva.
- Tranquilla - le disse – sono qui per soddisfare le tue richieste.
Anya imbavagliata, tratteneva il fiato.
- Mi hai evocato per questo!

Yarko accennò un sorriso mentre le toglieva il cuoio che le avvolgeva la bocca. Ora poteva parlare.
Anja pronunciò solo sillabe sconnesse. Era confusa dal trattamento riservatole, ma stranamente si sentiva al sicuro tra le braccia di quel demone che aveva con maestria stimolato i suoi lati più intimi.
Bianco come l'avorio e scolpito come una statua di granito, dimostrava una ventina d'anni.
Era stranita e frastornata, divisa tra il terrore per la singolare situazione e il fascino che subiva da quel demone.

- Che succede? Ho sbagliato qualcosa? - disse il demone.
- No, no, è che... - la timidezza di Anya divertiva Yarko, che cercava di nascondere il suo ghigno sadico - Ho un po' paura: non pensavo funzionasse veramente.
- Rilassati e mettiti comoda – insisteva.
- Non è semplice così immobilizzata.
Yarko la guardò e decise di andare fino in fondo e anche oltre.
Anche lui subiva il fascino di quella creatura: l'umana era deliziosa, sensuale e a lui non bastava possederla per attrazione fisica imposta mediante carisma demoniaco.
Voleva la sua mente e la sua anima, doveva eccellere agli occhi di coloro che lo stavano osservando, doveva strabiliarli, far capire loro che non si erano sbagliati nel riporre fiducia in lui.

- Che disegno hai sulla spalla? - chiese lei, balbettando.
- È il drago che mio nonno ha ucciso tempo fa per richiesta del re. Viene tramandato tra discendenti maschi.
Ora rilassati, chiudi gli occhi.
- Vorrei guardarti mentre...
Anja non capiva perché era attratta da quella creatura, sapeva che i demoni sono esseri imprevedibili e malvagi, ma allora perché ne aveva chiamato uno?
Aveva svolto il cerimoniale senza crederci?
Ma in effetti non le stava succedendo esattamente quello che aveva sempre desiderato?
Non comprendeva il perché delle sue scelte ne tantomeno si era mai comportata in quel modo.
Sicuramente avrebbe trovato un modo per uscire da quella delicata situazione, ma in fondo non lo voleva davvero.
Il ragazzo le si avvicinò al viso, la scrutò negli occhi così profondamente che Anya si sentì nuda come non lo era mai stata in vita sua.
Si sentiva completamente indifesa, non sapeva se fidarsi davvero di quel demone venuto nel cuore della notte.
Yarko si sedete di fianco, preso il viso della ragazza tra le mani, avvicinò delicatamente il suo a quello di lei, sempre fissandola negli occhi, finché le punte dei loro nasi non si toccarono; le labbra si sfiorarono delicatamente.
Lei ebbe un brivido fortissimo: la travolse un vento gelido ed impetuoso, ma trovò ristoro e sicurezza nelle forti braccia di lui, dove si lasciò andare come per farsi sorreggere, arresa davanti a un nemico irresistibile a cui si chiede clemenza.
Socchiuse gli occhi abbandonandosi all'inevitabile e lui, preso un lembo del mantello, ne strappò una striscia usandola come fosse una benda!
Anja sussultò.
- Ora assaporerai le delizie dell'inferno



lunedì 31 ottobre 2022

Sezione Halloween: il cryptowallet

 Premetto che il racconto ha partecipato a un contest su facebook, il Vesny's2, la Halloween edition.

Il cryptowallet

Sbatto il cellulare sul divano, mi siedo sul pavimento!
Megan non può aver aperto i wallet dove trasferire le criptovalute senza conservarne le keys.
Dannazione!
Dove saranno i Custodiy!

Hanno raggiunto 1853$ e quella stronza muore senza lasciare tracce delle nuove chiavi del wallet.
Ho bisogno di bere ma il bicchiere del wiskey è vuoto; lo lancio contro la finestra.
Dove saranno quelle chiavi? Investire mille euro per buttarli nel cesso insieme allo stratosferico profitto è da idioti.
Chi cazzo bussa?
Spalanco la porta: un'anziana donnina è ferma sull'uscio.
Mi sorride – Si sente bene?
- Certo!
Ha un sorriso diabolico.
- Lei chi è, cosa vuole?
- Perdoni la mia invadenza, un bicchiere in vetro lanciato dalla sua finestra ha colpito la mia autovettura.
Quindi è la mia vicina: in cinque anni non l'ho mai vista.
- Mi scusi, le sarò sembrato fuori di testa: ho perso mia moglie pochi giorni fa, soffro molto.
- Non sono venuta a chiederle un risarcimento ma a darle le mie condoglianze.
- Sono sconvolto e ho reagito d'impulso!
- Sconvolto? Direi piuttosto infastidito!

La guardo truce.
- Suvvia non si indisponga! So che ha bisogno di risposte da sua moglie.
- Me lo dice come avesse le risposte che cerco.
- Dipende!

***

- Ok Charlie, finisco il turno e vado a farmi una doccia.
- Pronta alle ventuno.
- Come mai tanto entusiasmo? Stamane eri disperato per la morte di tua moglie e ora?
- Ti ho detto di aver parlato con una medium: esiste un modo per connettermi con lo spirito di Megan la notte di Halloween.
Vesna tentenna.
- In effetti temo per la mia incolumità ora che dall'Aldilà avrà certamente scoperto che siamo amanti. - Vesna ride nervosamente.
No, Megan parlerà solo con me.

***

Suono il campanello.
Il cielo è scuro: un lampo squarcia l'oscurità.
Finalmente il cancello si apre, Vesna esce illuminata dai lampioni: non è molto alta, ma le sue gambe sono la fine del mondo, lunghe e tornite.
Gonna nera e top nero sono macchiati di rossetto per sembrare sangue, il resto lo ha messo sulle labbra come avesse morso una succulenta preda. I canini finti e il cappello da strega le danno un'aria sensuale: mi sorride strizzando gli occhietti verdi.
La abbraccio, le bacio il collo profumato e le pizzico il sedere – Non ora, siamo in ritardo.
- Sei perfida! Una provocatrice nata. - Però ha ragione, non possiamo tardare.

***

Arrivati, due figure incappucciate ci sorprendono alle spalle: lunghe tonache smanicate nascondono le calzature, una fascia in pelle stringe all'altezza dei fianchi, la dimensione dei loro bicipiti, avvolti in una leggera stoffa viola, mi fa intuire siano uomini.
Possibile che i monaci dell'abbazia di Bangor presenzino riti pagani?
La figura di Lady Patricia si staglia sul portone – Eccola caro Charlie! Con la sua splendida compagna, prego. Non abbiate timore, gli uomini dietro di voi sono il celebrante e il fedele Rody.
Vesna indietreggia finendo di schiena al mio petto; osserva circospetta gli sconosciuti, mi stringe la mano portandola sotto i seni come per proteggersi.
- Coraggio miss Vesna, non abbia paura – si affretta Lady Patricia – siete tra amici!

- Come fa a conoscere il mio nome?

La medium ride – Il suo Charlie le ha detto che sono una veggente! Poche cose mi sono sconosciute, lei Vesna non è tra quelle. Ora andiamo, il tempo stringe!
Entriamo nella piccola abitazione illuminata da diversi candelabri: quattro donne travestite da streghe sembrano attenderci.
La stretta della mano di Vesna è serrata e sembra tremare.
Prima che Lady Patricia riesca a presentarci, un nano entra da una porta secondaria reggendo una candela .
- Ecco Seirbhi. Giusto in tempo! Avvertili che stiamo arrivando.
- Un'ultima cosa, prima di scendere – Lady Patricia si ferma sull'uscio e tolto un medaglione di tasca lo porge a Vesna – Indossalo, ti proteggerà!
Vesna sgrana gli occhi – Proteggermi da chi? - Non vi è risposta. Afferra il medaglione e lo mette al collo con mani tremanti.
Lady Patricia ci precede su una lunga scalinata ricoperta di muffa – State attenti: i gradini sono scivolosi.

La scala è illuminata da torce spartane.

Scendendo avverto il suono dell'acqua che scorre.
La discesa termina in una cavità del terreno sottostante l'abitazione di Lady Patricia: la grotta è attraversata dall'acqua di un torrente, la volta è nascosta da folte edere che pendono fino a sfiorare, in alcuni tratti, il pelo dell'acqua. Altri quattro nani sulla riva del torrente, sostengono i candelabri che illuminano biecamente la grotta. Di fronte all'apertura dalla quale siamo entrati, la grotta si articola in un cunicolo in profondità dove la poca luce dei candelabri viene inghiottita dal buio.
Vesna esita. Devo quasi trascinarla – Sta buona!
- Siamo in perfetto orario – Lady Patricia cerca di tranquillizzarci – miss Vesna si sieda su quella rocca alla parete tra Rody e Seirbhi. Noi qui al centro.
– Ho paura, questo posto non mi piace. Andiamo via! - farfuglia Vesna.
Non tornerò indietro!
La tiro per mano e ci avviciniamo alla roccia sulla quale sono incastonati quattro anelli di ferro.
Vesna trema come una foglia – Siediti. – la guardo che obbedisce e in modo del tutto improvviso, Rody e Seirbi bloccano i suoi arti agli anelli.
- Non puoi farmi questo! Bastardo traditore! – l'urlo terrorizzato e rabbioso di Vesna riecheggia per la volta – Charlie, ti prego aiutami! - implora piangendo.
L'aver deciso in anticipo che il prezzo da pagare sarebbe stata Vesna non mi facilita affatto: sento un nodo allo stomaco e avverto un terribile dolore all'articolazione della mascella per aver serrato con forza la mandibola.
- Coraggio Mister Murphy, non si faccia intenerire!
I due inservienti stracciano le vesti di Vesna, intenta a urlare e cercare di divincolarsi, le tappano la bocca con un lembo di stoffa e del nastro da pacchi.

I nani impugnano degli strumenti a fiato, il celebrante ha un carnyx, Lady Patricia e le altre megere abbracciano delle arpe.
Lady Patricia solleva le mani - Che la danza di Samhain abbia inizio!
I flauti intonano un requiem ma appena le donne pizzicano l'arpa, la musica si trasforma in una marcia di guerra.
Vesna scuote con violenza la testa: lacrime di disperazione le hanno bagnato il volto e i capelli.

Ha ragione, sono un traditore!
Strane bolle salgono sulla superficie del torrente: emergono delle creature antropomorfe dalle dimensioni di una lepre, avvolte da alghe; si dispongono in cerchio attorno alla pietra sacrificale.
- I “Bo men” sono arrivati! – tuona Lady Patricia.
Il celebrante soffia il suo carnix e le creature saltano sul corpo di Vesna molestandola: le mordono i seni, i piedi, le cosce, con gli artigli le solleticano l'addome. Vesna si inarca, cercando di scacciare quei terribili mostriciattoli: più la donna si contorce, più crudeli sono le azioni dei folletti.

L'agitarsi convulso di Vesna, il suo corpo sinuoso fradicio di sudore scatenano la mia eccitazione.
- Soffia! – l'urlo di Lady Patricia squarcia l'aria.
Estraggo il flauto in oro ed eseguo la melodia che Lady Patricia mi ha insegnato: sbagliando, potrebbe apparire l'anima sbagliata, metterei a repentaglio la mia stessa vita.
La danza di Samhain: una crudele danza in cambio di un servigio dall'oltretomba; la sofferenza della vittima offerta in sacrificio per richiamare un'anima defunta.

Al suono del mio flauto si accompagna un improvviso bagliore.

Ora la vedo, Megan! Il suo spirito avanza verso di me dalle profondità della grotta: il suo volto non è più tumefatto e la sua pelle è candida; dei lividi conseguenti l'incidente che l'ha uccisa non v'è alcuna traccia.
Incredibile!
Megan mi sorride e riserva alla povera Vesna uno sguardo sprezzante.
- Lo hai capito! Vesna è una perdente per di più sprovveduta.

- Sapevi di me e lei ma non...
- Non ti ho lasciato? - mi guarda maliziosa – Come credi che l'abbia avuta quella dritta sui Custodiy? - ride fragorosamente. - Sono diventata l'amante del nostro commercialista ma
quel bastardo ha manomesso i freni della mia auto: avevo minacciato di rivelare della nostra relazione a sua moglie, ero stanca di quei sotterfugi. – Megan parla senza scrupolo per i miei sentimenti – Per questo avevo nascosto le keys del cryptowallet, volevo mollarti e fuggire con lui.
Lady Patricia mi solleva il mento – Contegno Charlie.
- Suvvia ti rivelerò dove sono.

***

- Nel cruscotto della panda?
- Certo! Solleva il bollino dell'ultima revisione e troverai le parole chiave. - Megan fa un cenno ai “bo men” – Devo andare.
- Grazie! Ma... Vesna?
- Lei è la moneta di scambio che tu hai deciso di offrirci – sghignazza – Tranquillo: le regaleremo momenti felici, si divertirà parecchio.
I “bo men” sollevano la pietra sacrificale e si immergono con Megan nelle profondità della grotta.
Guardo l'ultima volta la mia Vesna allontanarsi.
Non c'era un altro modo! La coccoleranno affettuosamente.
Una birra e scorderò questo spiacevole inconveniente!




martedì 25 ottobre 2022

Underground [1pt-1c-2pgr]- il cerimoniale (Stizza - Disperazione)

 

Stizza

Rohanda sorseggiava un cocktail guardando lo specchio magico. Osservava annoiata le movenze di Yarko - Darlyne - chiamò la regina.
La governante scattò in piedi e si avvicinò ai divani dove sedevano i reali - Comandi, mia signora.
- Ordina alle domestiche di sbarazzare il tavolino e di servirci la cena sul tavolo di legno pinto.
- Non sul tavolo centrale? - abbozzò la rajara.
Gli occhi di Rohanda diventarono piccoli come fessure - Ho detto sul tavolo di legno pinto di fronte allo specchio di cristallo - scosse la testa e continuò - Ho speso secoli per la tua istruzione affinché fossi all'altezza di servire nel mio palazzo e invece...Sono molto delusa!
La rajara abbassò lo sguardo e si strinse nella divisa in seta nera che ne slanciava la sensuale figura.
- Se volevo al mio servizio una qualsiasi rajara del palazzo di Krymhild, non avrei scomodato mia zia dai laghi salati per consigliarmi un'istitutrice che ti educasse a dovere.
La rajara fece un profondo inchino e corse fuori dalla sala per chiamare le domestiche.
La regina guardò il marito alla sua sinistra e si alzò dal divanetto in cammusse rosa.
Si avvicinò allo specchio magico e incrociò lo sguardo di Lorenz - I Drazum stanno diventando troppo audaci.
Il principe consorte la fissò a sua volta: quattro freddi occhi azzurri si scrutarono cercando di intuire i reciproci pensieri del coniuge.
- Per quale motivo? - abbozzò Lorenz con fare annoiato.
- Quella ragazza ha svolto il cerimoniale di evocazione per un patto.
- Lo so - interruppe Lorenz - è infatti dovere degli inferi inviare qualcuno in risposta al rituale.
- Potevamo inviare un uomo della nostra stirpe. Perchè il nostro principe non ha convocato il consiglio?
Lorenz sbuffò spostando lo sguardo verso lo specchio fatato.
Gesti che a sua moglie non sfuggirono.
Rohanda scostò una lunga ciocca bionda dal viso e gli si mise a fianco.
- Capisco che tu non voglia contrariare la tua vecchia fiamma, ma devo ricordarti che oltre a essere un nobile Ashvy, sei anche mio marito nonché principe consorte, perciò devi rispettare le mie scelte e appoggiare le mie disposizioni.
Lorenz la guardò affettuosamente - Per l'ultimo cerimoniale abbiamo inviato Lashtan. Non lasciare che la tua gelosia per Krymhild e il disprezzo nei confronti dei Drazum ti accechi.
Rohanda, colta in errore, storse il naso, si voltò e andò a sedersi alla tavola che le rajare avevano velocemente imbandito.
- Quel mezzo demone - Rohanda guardò Yarko con sprezzo - un selvaggio di stirpe barbara, i suoi antenati regnavano su popolazioni di rozzi marinai.
- Suvvia, ti ricordo che suo nonno è Dreyzer l'ammazza draghi; è a tutti gli effetti il nipote del principe Sargon.
Rohanda chiuse gli occhi - Posso capire avessero inviato Waylern.
Lorenz provò ad abbozzare una risposta quando l'usignolo poggiato sul davanzale entrò in sala.
- Rohanda, smettila di vedere cospirazioni ovunque - disse l'uccello.
I reali riconobbero la voce e si prostrarono immediatamente.
L'usignolo si dissolse in una nuvola di fumo dalla quale comparve un'elegante e imponente figura: un uomo dai lunghi capelli corvini, lo sguardo cupo e la voce suadente.
- È stato proposto dalla sua fidanzatina- disse il misterioso signore - e la regina Drazum, dopo qualche esitazione non ha potuto fare a meno di acconsentire.
Lorenz si voltò sorpreso - È stata Daejil a proporlo?
- Quell'arrivista - intervenne Rohanda - chissà cosa avrà in mente?
- Suvvia, mia bellissima sovrana: hai l'unico uomo che abbia fatto perdere la testa a Krymhild, come principe consorte - Sargon diede enfasi alla cosa, conoscendo la rivalità tra le due regine, sue suddite predilette.
Dopo una titanica guerra intestina, l'esito sancì definitivamente le gerarchie demoniache delle rispettive stirpi.
- Sei, a detta di molti, la più elegante e bella donna tra tutte le stirpi degli inferi e della terra, più sensuale delle rajare e più austera delle divine triadi inferiori. Perchè ti senti oltraggiata?
Il principe dei demoni si sedette a tavola, afferrò un calice e lo portò alla bocca, poi riprese - Daejil voleva solo testare il grado di apprendimento del ragazzo in merito alle sue abilità. Krymhild stessa glielo ha sconsigliato e voleva indire un consiglio.
Rohanda sentì il cuore sussultare. Era seccata per aver fatto pessima figura nei confronti del suo uomo e ora, anche del loro principe.
Sfoderò un sorriso imbarazzato - Darlyne - gridò subito dopo.
La rajara si precipitò al suo fianco - Comandi mia signora.
- Non vedi che il nostro principe è venuto ad onorare la nostra tavola?
La rajara, riconoscendo Sargon, sbiancò.
Ricordava benissimo colui che l'aveva liberata dalla schiavitù dei Kardighi.
Si prostrò al suo cospetto, poggiando la fronte ai suoi piedi.
- Portate subito il vino dei Merlot di Cobiasi e convocate i musici della Larankia. Veloci.
La voce di Rohanda era imperiosa, ma Darlyne sembrava pietrificata.
Lorenz sorrise, rivolgendosi al suo principe. I due demoni scambiarono uno sguardo d'intesa.
Sargon accarezzò i setosi boccoli neri della ragazza, aiutandola a sollevarsi.

Disperazione

Il demone era a suo agio: appoggiato il mantello sulla sedia più vicina, rimase a torso nudo. Anja lo guardava terrorizzata, avrebbe voluto ribellarsi.
I lacci in cuoio erano saldi, aderendo completamente ai suoi arti.
Provò a opporsi con più veemenza quando il ragazzo le immobilizzò le gambe agli angoli del letto.
Quei lacci in cuoio si muovevano come serpenti animati le cui spire non danno scampo.
“Ora mi stuprerà”
Le paure di Anja erano fondate: lei aveva eseguito un cerimoniale che richiamava un essere demoniaco per soddisfare le sue fantasie più perverse e nascoste: in quel cerimoniale aveva riversato tutti i suoi dubbi, timori e desideri inconfessabili, chiedendo che qualcuno, proveniente dagli inferi, placcasse la sua sete.
Non pensava potesse realizzarsi, non credeva una creatura infernale potesse rispondere a quel richiamo: era convinta si trattasse di legende e stupide superstizioni.
Invece quel demone sfiorava il suo corpo in maniera così precisa che sembrava avesse letto nella sua mente.
Il corpo di Anja era sconvolto da una miriade di sensazioni contrastanti, la paura la bloccava.
Il demone grattò le sue costole: entrambi i fianchi della donna assaporarono le unghie demoniache.
Era un solletico intenso, ritmato ed estenuante: Anja impazziva.
In preda alla follia si sentì perduta, in balia di un demone che l'avrebbe torturata senza requie: gli addominali contratti, la muscolatura tesa, i polmoni impegnati nel disperato tentativo di provare a respirare.
- Arrenditi, non opporti, è inutile – La voce del demone era calma e beffarda allo stesso tempo.
Anja sbatteva compulsivamente le palpebre, sollecitando i muscoli del torace nell'inutile tentativo di riuscire a chiudere le braccia per proteggere le ascelle e le costole da quelle unghie infernali.
I seni scoppiavano per lo sforzo.
Il suo corpo era percorso da scosse energetiche che le attraversavano l'anima.
Quando il demone si appressò per morderle un capezzolo, il seno prese fuoco.
Si sentì morire.
Smise di combattere arrendendosi a quel crudele destino.
Il suo sguardo folle si soffermò sul demone che, deliziato da quel corpo inerme le infliggeva sofferenze indicibili, e in quel momento i loro occhi si salutarono per la prima volta.
Il demone rallentò, avvicinando il viso a quello della ragazza, per scrutarne meglio l'azzurro degli occhi.



giovedì 20 ottobre 2022

Underground [1pt - 1c - 1pgr] - Le pulsioni del mondo - il cerimoniale

 

- Quindi, chi mandiamo?

Daejil si espresse con rinnovato vigore – Yarko, mia regina.
- E sia – La regina scosse la testa, ma ascoltò il suggerimento della sua amica – mandatelo a chiamare.

***

Il mantello lo aveva mimetizzato nella risalita dagli inferi fino alle strade del villaggio.
Yarko scorse la casa di Anja e vi entrò di soppiatto.
La ragazza si svegliò spaventata. Uno sconosciuto la fissava da un angolo della stanza.
Con un gesto esoterico delle dita, il giovane demone materializzò una striscia di cuoio che le avvolse la bocca prima che la ragazza gridasse. Anja provò a levarsela, ma delle cinghie in cuoio le immobilizzarono i polsi alla spalliera del letto.
- Non è carino addormentarsi mentre si attendono degli ospiti - disse il ragazzo alludendo al cerimoniale compiuto poco prima dalla ragazza - ne urlare per tediare la gente con le tue lamentele.
Mugugni strozzati arrivarono alle sue orecchie. Sorrise divertito osservando la ragazza contorcersi impaurita.
- Il rituale che hai compiuto è sacro – la voce del giovane era decisa e rassicurante - sono qui perché mi hai chiamato!
Anja sgranò gli occhioni azzurri e incrociò gli occhi neri del demone. Affannava confusa.
Il demone sedette sul letto all'altezza del suo bacino per sfiorarle le costole.
Le palpebre della ragazza sbattevano impazzite, celando e mostrando l'azzurro degli occhi.
Cercò inutilmente di sottrarsi a quel demoniaco tocco.
- Cominciamo – rise beffardo.