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Underground [1pt – 1c – 5pgr] Il cerimoniale (Ossessione)

Ossessione  Yarko estrasse di tasca una pillola bianca, la schiacciò tra le mani fino a sbriciolarla e lanciò la polvere nella stanza. Per q...

venerdì 25 novembre 2022

Underground [1pt – 1c – 5pgr] Il cerimoniale (Ossessione)

Ossessione 


Yarko estrasse di tasca una pillola bianca, la schiacciò tra le mani fino a sbriciolarla e lanciò la polvere nella stanza. Per qualche secondo si riempì di una misteriosa nebbia.
Poi il demone si avvicinò nuovamente a lei, e le sfiorò un lembo di pelle con un unghia.

Lei si sentì persa.
-brrrr...sono finita...chissà quali atroci agonie mi attendono...
Apparso per magia un cubetto di ghiaccio nelle sue mani, lo poggiò sulle labbra della ragazza, lo fecce scivolare sul suo collo e sui suoi seni, facendo inturgidire i capezzoli.
- Vedo che gradiscono il trattamento.
-...che bastardo...- disse lei languida. Rise maliziosa ormai rassegnata al suo piacevole destino ineluttabile.
- Sai che quest'offesa potresti pagarla molto cara? - Il tono di voce di Yarko divenne serissimo.
Anya si spaventò.

- ma dai... scusa... mi...- Anya non riusciva a pronunciare una frase di senso compiuto – pensavo che...
Yarko continuò a giocare con il ghiaccio e fece scivolare alcune gocce ghiacciate sul suo ventre caldo. La pelle di lei si rizzava allo stimolo del gelo.
Il demone posò le sue mani bollenti dove il ghiaccio aveva lasciato traccia ed il corpo della ragazza divenne asciutto!
Anya mugugnò.
Senza ascoltarla, lui salì cavalcioni sopra la ragazza e cominciò a raspare lentamente le sue ascelle esposte.
La ragazza cacciò un urlo - Dai... ti prego no, il solletico no. Fammi di tutto, ma il solletico no.
Yarko rise maliziosamente – Sentiamo, cosa intendi per “tutto”?
- No, ti prego, basta, ti supplico, non farmi urlare,ti prego. Il solletico si, ma non adesso. Sveglio i miei familiari.
Anya era realmente preoccupata.
- Fidati, nessuno sentirà mai nulla, e nessuno potrà mai venire ad aiutarti.
Quel demonio doveva aver fatto qualche strano sortilegio. La cosa la tranquillizzò da un lato, ma la atterrì ulteriormente dall'altro.
- No, ti prego, pietà.
La blanda tortura continuò per molti minuti, poi Yarko si fermò.
- Sei matto - Anya affannava - mi volevi ammazzare?
La ragazza aveva sempre voluto che qualcuno le facesse vivere quello che il demone le stava facendo assaggiare, ma il terrore che ora provava le impediva di assaporarne appieno il momento.
C'era qualcosa in quel ragazzo che l'attirava e respingeva contemporaneamente.
- Tranquilla, non morirai per così poco. E poi, non mi hai forse chiamato per esaudire le tue fantasie più segrete ed estreme? O vuoi tirarti indietro?
Il giovane le sfilò la pezza che le bendava gli occhi e si alzò. Aprì la porta, schiudendola appena.
-No no no, rimani; stavo scherzando: è solo che non sono abituata e mi sembrava di morirci, ma ti prego, non andare - Anya si stupì delle sue stesse parole.
Yarko le si avvicinò: voleva guardarla negli occhi.
- Sei sicura? Non vorrei che...
Aveva ancora paura di quello straniero ma sentiva che di lui poteva fidarsi.
Inoltre, si sentiva incredibilmente attratta da lui, che temeva avrebbe accettato qualsiasi cosa le avesse proposto, pur di tenerlo vicino.
La ragazza cominciava a bramarlo.

- No, no, ti prego non andare - lei lo fissò– e non fare caso alle mie lamentele; devi darmi il tempo per abituarmi a questo genere di
trattamenti, ti prego. Abbi pazienza con la tua ancella.
Yarko si crogiolava nel suo ego. Era stato all'altezza del suo compito.
- Quindi te vuoi diventare mia ancella?
Anya biascico appena – Si.
- Prometti quindi di accettare qualsiasi cosa io ti chieda di sopportare ?
- Si - rispose Anya di getto - ma te, cosa mi faresti poi? - Chiese.
- Ho capito: non ti fidi, sto perdendo tempo - Yarko riprese il mantello rischiando il tutto per tutto.
- No no no, ti prego, si, voglio essere la tua ancella e accetterò qualsiasi cosa tu mi proponga - gridò spaventata - ma non andartene, ti prego, continua: fammi impazzire come desideri. Voglio essere completamente alla tua mercè.
La volontà della ragazza era spezzata: ora lei bramava le torture del demone.
La ragazza era nelle sue mani e lo sarebbe stata per sempre fino alla fine dei suoi giorni.




martedì 22 novembre 2022

I misteri di Sartisk

 

Nel villaggio di Sartisk vive una comunità di monaci neri che custodisce un terrificante segreto.
Abitano una chiesa sconsacrata da cui nessuno è più uscito.
Buie strade e stretti sottopassi nascondono malefiche ombre che si muovono inosservate.
Chi è quella misteriosa archeologa che è arrivata da poco alla locanda?
Perchè nessuno vuole rispondere alle sue domande?



venerdì 11 novembre 2022

Underground [1pt – 1c – 4pgr] Il cerimoniale (Rabbia)

 Rabbia

- Il ragazzo ci sa fare – abbozzò Lorenz - andiamo sul divano?
- Ha avuto delle ottime insegnanti – rise ironicamente il principe dei demoni, seguendo il suo amico.
- Di certo, quella zoccola della compagna l'ha istruirlo a dovere. – intervenne Rohanda, mentre accavallava con eleganza le gambe in mezzo ai due demoni – Vorrei sapere cosa spera di ottenere con questa mossa.
- Suvvia, il tuo odio per Krymhild è così forte – la voce di Lorenz era paccata - che sospetti della sua dama di compagnia.
Sargon sollevò il calice in cristallo appressandolo alle labbra, mandò giù un sorso del liquido amaranto e cercò di concentrarsi sulla musica.
- Io non capisco perché osi ancora mancarmi di rispetto per difendere quelle sciacquette. – la voce di Rohanda era incrinata dalla rabbia – Devo ricordarti che sei un nobile Ashvy, marito della tua stessa regina e... – mentre i musici della Larankia suonavano, una corda del violino si spezzò.
La nota emessa fu come un acuto fortissimo che alle orecchie dei demoni sembrò una pugnalata nei timpani, e interruppe gli strali della regina.
Quell'acuto sconnesso lasciò tutti di sasso: gli stessi musici si fermarono spaventati mentre lo sfortunato musicista, che suonava il violino incriminato, osservava incredulo lo spazio disarmonico lasciato tra le corde per via dell'incidente.
- Mia regina, mi perdoni! – si affrettò a supplicare il kardigo – È stato un incidente: una corda è saltata e...
Rohanda fissò i malcapitati – Stavo parlando con mio marito, voi mi avete interrotto.
- Ci perdoni, mia regina – continuò a scusarsi il kardigo mentre frugava tra i suoi averi alla disperata ricerca di una corda per sostituire la mancante – dev'essere stato per via de... - le parole morirono in bocca allo sventurato kardigo.
- Suppongo sia per via delle mie urla – interruppe Rohanda - Avete insinuato io sarei una befana pettegola che molesta i suoi commensali, bene bene.
- No, no no – gridò lo sfortunato kardigo prostrandosi al suolo – come può sua altezza pensare che io...
Rohanda sbattè le palpebre due volte e schioccò la lingua sul palato.
I cinque kardighi ridussero drasticamente il loro volume, avvizzendo come un frutto andato a male, le loro suppliche pure divennero incomprensibili bisbigli. I loro arti si moltiplicarono assumendo l'aspetto di terrificanti e minuscole spine, intersecando quello che un tempo era stato il loro torso.
I musici della Larankia erano stati trasformati in cinque pityocampe: cominciarono a strisciare sul pavimento cercando qualche foglia da mangiare.
- Ma cara, ti rendi conto che è stato un incidente e che...?
- Mi avevano offeso davanti al nostro principe e tu non hai fatto nulla per difendermi.
Lorenz rimase basito – Stai scherzando?
- Ho capito! – la regina aveva gli occhi arrossati – La mia presenza non è di tuo gradimento. Per difendere la tua vecchia fiamma, sbraiti, sputi fuoco e lanci fulmini dagli occhi. Per me, non muovi un dito. Devo imparare a rimanere al mio posto. Mi ritiro per non infastidirti oltre. Mio principe, col tuo permesso – Rohanda voltò le spalle ed uscì dal salone.
I due demoni si guardarono perplessi.
La voce di Lorenz spezzò il silenzio innaturale.
- Darlyne, fa' portare via quelle bestiacce – il demone indicò la processione delle cinque pityocampe che cercavano di nascondersi.
- Subito, mio signore – la rajara poggiò della stoffa sul pavimento, raccolse quelli che furono i musici della Larankia avvolgendoli come un fagotto e li infilò tra le corde e la cassa del violino di legno di abete cresilo – ho pensato che essendo stati dei musicisti, avrebbero apprezzato il pensiero.
I due demoni annuirono e Darlyne uscì dal salone.
- Per fortuna eri davanti e hai visto e sentito – Lorenz si rivolse al principe dei demoni - Cos'ho fatto?
- Lasciamo perdere – disse Sargon, riprendendo il bicchiere in mano – perchè credi che non mi sia mai sposato?
Sargon sfregò il pollice tra medio e indice: un usignolo comparve alla finestra e cominciò a cantare.
- Godiamoci questo cerimoniale – Sargon scambiò uno sguardo con Lorenz - il ragazzo sembra promettente.




domenica 6 novembre 2022

Underground [1Pt - 1c - 3pgr] - Il cerimoniale (Brama)

 Brama

La musica allietava la tavola dei nobili Ashvy che sorseggiavano vino gustando un arrosto di daino selvatico, regalo di un cacciatore della landa desolata.
I musici della Larankia erano una famiglia di cinque kardighi, maneggiavano con demoniaca sapienza un violino, due arpe, un flauto e una cetra: le loro melodie solleticavano le menti più brillanti facendo raggiungere loro sublimi e raffinati stati di estasi.
Yarko si dilettava con l'umana che aveva officiato il cerimoniale al di là dello specchio mentre i tre demoni ne osservavano, curiosi, le movenze.
Qualora non fosse stato all'altezza del suo compito, la sua stirpe avrebbe pagato pegno per aver trasgredito le leggi, inviando un “umano” per compiere in vece loro, il proprio dovere.

***

L'ibrido demone percepì gli stati d'animo della ragazza; la osservava nuda e indifesa
sentendo ardere la passione: d'altronde era autorizzato a comportarsi come meglio credeva.
- Tranquilla - le disse – sono qui per soddisfare le tue richieste.
Anya imbavagliata, tratteneva il fiato.
- Mi hai evocato per questo!

Yarko accennò un sorriso mentre le toglieva il cuoio che le avvolgeva la bocca. Ora poteva parlare.
Anja pronunciò solo sillabe sconnesse. Era confusa dal trattamento riservatole, ma stranamente si sentiva al sicuro tra le braccia di quel demone che aveva con maestria stimolato i suoi lati più intimi.
Bianco come l'avorio e scolpito come una statua di granito, dimostrava una ventina d'anni.
Era stranita e frastornata, divisa tra il terrore per la singolare situazione e il fascino che subiva da quel demone.

- Che succede? Ho sbagliato qualcosa? - disse il demone.
- No, no, è che... - la timidezza di Anya divertiva Yarko, che cercava di nascondere il suo ghigno sadico - Ho un po' paura: non pensavo funzionasse veramente.
- Rilassati e mettiti comoda – insisteva.
- Non è semplice così immobilizzata.
Yarko la guardò e decise di andare fino in fondo e anche oltre.
Anche lui subiva il fascino di quella creatura: l'umana era deliziosa, sensuale e a lui non bastava possederla per attrazione fisica imposta mediante carisma demoniaco.
Voleva la sua mente e la sua anima, doveva eccellere agli occhi di coloro che lo stavano osservando, doveva strabiliarli, far capire loro che non si erano sbagliati nel riporre fiducia in lui.

- Che disegno hai sulla spalla? - chiese lei, balbettando.
- È il drago che mio nonno ha ucciso tempo fa per richiesta del re. Viene tramandato tra discendenti maschi.
Ora rilassati, chiudi gli occhi.
- Vorrei guardarti mentre...
Anja non capiva perché era attratta da quella creatura, sapeva che i demoni sono esseri imprevedibili e malvagi, ma allora perché ne aveva chiamato uno?
Aveva svolto il cerimoniale senza crederci?
Ma in effetti non le stava succedendo esattamente quello che aveva sempre desiderato?
Non comprendeva il perché delle sue scelte ne tantomeno si era mai comportata in quel modo.
Sicuramente avrebbe trovato un modo per uscire da quella delicata situazione, ma in fondo non lo voleva davvero.
Il ragazzo le si avvicinò al viso, la scrutò negli occhi così profondamente che Anya si sentì nuda come non lo era mai stata in vita sua.
Si sentiva completamente indifesa, non sapeva se fidarsi davvero di quel demone venuto nel cuore della notte.
Yarko si sedete di fianco, preso il viso della ragazza tra le mani, avvicinò delicatamente il suo a quello di lei, sempre fissandola negli occhi, finché le punte dei loro nasi non si toccarono; le labbra si sfiorarono delicatamente.
Lei ebbe un brivido fortissimo: la travolse un vento gelido ed impetuoso, ma trovò ristoro e sicurezza nelle forti braccia di lui, dove si lasciò andare come per farsi sorreggere, arresa davanti a un nemico irresistibile a cui si chiede clemenza.
Socchiuse gli occhi abbandonandosi all'inevitabile e lui, preso un lembo del mantello, ne strappò una striscia usandola come fosse una benda!
Anja sussultò.
- Ora assaporerai le delizie dell'inferno