Stizza
Rohanda sorseggiava un cocktail
guardando lo specchio magico. Osservava annoiata le movenze di Yarko
- Darlyne - chiamò la regina.
La governante scattò in piedi e si
avvicinò ai divani dove sedevano i reali - Comandi, mia signora.
-
Ordina alle domestiche di sbarazzare il tavolino e di servirci la
cena sul tavolo di legno pinto.
- Non sul tavolo centrale? -
abbozzò la rajara.
Gli occhi di Rohanda diventarono piccoli come
fessure - Ho detto sul tavolo di legno pinto di fronte allo specchio
di cristallo - scosse la testa e continuò - Ho speso secoli per la
tua istruzione affinché fossi all'altezza di servire nel mio palazzo
e invece...Sono molto delusa!
La rajara abbassò lo sguardo e si
strinse nella divisa in seta nera che ne slanciava la sensuale
figura.
- Se volevo al mio servizio una qualsiasi rajara del
palazzo di Krymhild, non avrei scomodato mia zia dai laghi salati per
consigliarmi un'istitutrice che ti educasse a dovere.
La rajara
fece un profondo inchino e corse fuori dalla sala per chiamare le
domestiche.
La regina guardò il marito alla sua sinistra e
si alzò dal divanetto in cammusse rosa.
Si avvicinò allo
specchio magico e incrociò lo sguardo di Lorenz - I Drazum stanno
diventando troppo audaci.
Il principe consorte la fissò a sua volta: quattro freddi occhi azzurri si scrutarono cercando di
intuire i reciproci pensieri del coniuge.
- Per quale motivo? -
abbozzò Lorenz con fare annoiato.
- Quella ragazza ha svolto il
cerimoniale di evocazione per un patto.
- Lo so - interruppe
Lorenz - è infatti dovere degli inferi inviare qualcuno in risposta
al rituale.
- Potevamo inviare un uomo della nostra stirpe. Perchè
il nostro principe non ha convocato il consiglio?
Lorenz sbuffò
spostando lo sguardo verso lo specchio fatato.
Gesti che a sua
moglie non sfuggirono.
Rohanda scostò una lunga ciocca bionda dal
viso e gli si mise a fianco.
- Capisco che tu non voglia
contrariare la tua vecchia fiamma, ma devo ricordarti che oltre a
essere un nobile Ashvy, sei anche mio marito nonché principe
consorte, perciò devi rispettare le mie scelte e appoggiare le mie
disposizioni.
Lorenz la guardò affettuosamente - Per l'ultimo
cerimoniale abbiamo inviato Lashtan. Non lasciare che la tua gelosia
per Krymhild e il disprezzo nei confronti dei Drazum ti
accechi.
Rohanda, colta in errore, storse il naso, si voltò e
andò a sedersi alla tavola che le rajare avevano velocemente
imbandito.
- Quel mezzo demone - Rohanda guardò Yarko con sprezzo
- un selvaggio di stirpe barbara, i suoi antenati regnavano su
popolazioni di rozzi marinai.
- Suvvia, ti ricordo che suo nonno è
Dreyzer l'ammazza draghi; è a tutti gli effetti il nipote del
principe Sargon.
Rohanda chiuse gli occhi - Posso capire avessero
inviato Waylern.
Lorenz provò ad abbozzare una risposta quando
l'usignolo poggiato sul davanzale entrò in sala.
- Rohanda, smettila di vedere cospirazioni ovunque - disse l'uccello.
I reali
riconobbero la voce e si prostrarono immediatamente.
L'usignolo si
dissolse in una nuvola di fumo dalla quale comparve un'elegante e
imponente figura: un uomo dai lunghi capelli corvini, lo sguardo cupo
e la voce suadente.
- È stato proposto dalla sua fidanzatina-
disse il misterioso signore - e la regina Drazum, dopo qualche
esitazione non ha potuto fare a meno di acconsentire.
Lorenz si
voltò sorpreso - È stata Daejil a proporlo?
- Quell'arrivista -
intervenne Rohanda - chissà cosa avrà in mente?
- Suvvia, mia
bellissima sovrana: hai l'unico uomo che abbia fatto perdere la testa
a Krymhild, come principe consorte - Sargon diede enfasi alla cosa,
conoscendo la rivalità tra le due regine, sue suddite
predilette.
Dopo una titanica guerra intestina, l'esito sancì
definitivamente le gerarchie demoniache delle rispettive stirpi.
-
Sei, a detta di molti, la più elegante e bella donna tra tutte le
stirpi degli inferi e della terra, più sensuale delle rajare e più
austera delle divine triadi inferiori. Perchè ti senti
oltraggiata?
Il principe dei demoni si sedette a tavola, afferrò
un calice e lo portò alla bocca, poi riprese - Daejil voleva solo
testare il grado di apprendimento del ragazzo in merito alle sue
abilità. Krymhild stessa glielo ha sconsigliato e voleva indire un
consiglio.
Rohanda sentì il cuore sussultare. Era seccata per
aver fatto pessima figura nei confronti del suo uomo e ora, anche del
loro principe.
Sfoderò un sorriso imbarazzato - Darlyne - gridò
subito dopo.
La rajara si precipitò al suo fianco - Comandi mia
signora.
- Non vedi che il nostro principe è venuto ad onorare la
nostra tavola?
La rajara, riconoscendo Sargon, sbiancò.
Ricordava
benissimo colui che l'aveva liberata dalla schiavitù dei
Kardighi.
Si prostrò al suo cospetto, poggiando la fronte ai suoi
piedi.
- Portate subito il vino dei Merlot di Cobiasi e convocate
i musici della Larankia. Veloci.
La voce di Rohanda era imperiosa,
ma Darlyne sembrava pietrificata.
Lorenz sorrise, rivolgendosi al
suo principe. I due demoni scambiarono uno sguardo d'intesa.
Sargon
accarezzò i setosi boccoli neri della ragazza, aiutandola a
sollevarsi.
Disperazione
Il demone era a suo agio: appoggiato il
mantello sulla sedia più vicina, rimase a torso nudo. Anja lo
guardava terrorizzata, avrebbe voluto ribellarsi.
I lacci in cuoio
erano saldi, aderendo completamente ai suoi arti.
Provò a opporsi
con più veemenza quando il ragazzo le immobilizzò le gambe agli
angoli del letto.
Quei lacci in cuoio si muovevano come serpenti
animati le cui spire non danno scampo.
“Ora mi stuprerà”
Le
paure di Anja erano fondate: lei aveva eseguito un cerimoniale che
richiamava un essere demoniaco per soddisfare le sue fantasie più
perverse e nascoste: in quel cerimoniale aveva riversato tutti i suoi
dubbi, timori e desideri inconfessabili, chiedendo che qualcuno,
proveniente dagli inferi, placcasse la sua sete.
Non pensava
potesse realizzarsi, non credeva una creatura infernale potesse
rispondere a quel richiamo: era convinta si trattasse di legende e
stupide superstizioni.
Invece quel demone sfiorava il suo corpo in
maniera così precisa che sembrava avesse letto nella sua mente.
Il
corpo di Anja era sconvolto da una miriade di sensazioni
contrastanti, la paura la bloccava.
Il demone grattò le sue
costole: entrambi i fianchi della donna assaporarono le unghie
demoniache.
Era un solletico intenso, ritmato ed estenuante: Anja
impazziva.
In preda alla follia si sentì perduta, in balia di un
demone che l'avrebbe torturata senza requie: gli addominali
contratti, la muscolatura tesa, i polmoni impegnati nel disperato tentativo di provare a respirare.
- Arrenditi, non opporti, è inutile – La voce del
demone era calma e beffarda allo stesso tempo.
Anja sbatteva
compulsivamente le palpebre, sollecitando i muscoli del torace
nell'inutile tentativo di riuscire a chiudere le braccia per
proteggere le ascelle e le costole da quelle unghie infernali.
I
seni scoppiavano per lo sforzo.
Il suo corpo era percorso da
scosse energetiche che le attraversavano l'anima.
Quando il demone
si appressò per morderle un capezzolo, il seno prese fuoco.
Si
sentì morire.
Smise di combattere arrendendosi a quel crudele
destino.
Il suo sguardo folle si soffermò sul demone che,
deliziato da quel corpo inerme le infliggeva sofferenze indicibili, e
in quel momento i loro occhi si salutarono per la prima volta.
Il
demone rallentò, avvicinando il viso a quello della ragazza, per
scrutarne meglio l'azzurro degli occhi.
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