Brama
La musica allietava la tavola dei
nobili Ashvy che sorseggiavano vino gustando un arrosto di daino
selvatico, regalo di un cacciatore della landa desolata.
I musici
della Larankia erano una famiglia di cinque kardighi, maneggiavano
con demoniaca sapienza un violino, due arpe, un flauto e una cetra:
le loro melodie solleticavano le menti più brillanti facendo
raggiungere loro sublimi e raffinati stati di estasi.
Yarko si
dilettava con l'umana che aveva officiato il cerimoniale al di là
dello specchio mentre i tre demoni ne osservavano, curiosi, le
movenze.
Qualora non fosse stato all'altezza del suo compito, la
sua stirpe avrebbe pagato pegno per aver trasgredito le leggi,
inviando un “umano” per compiere in vece loro, il proprio dovere.
***
L'ibrido demone percepì gli stati
d'animo della ragazza; la osservava nuda e indifesa
sentendo
ardere la passione: d'altronde era autorizzato a comportarsi come
meglio credeva.
- Tranquilla - le disse – sono qui per
soddisfare le tue richieste.
Anya imbavagliata, tratteneva il
fiato.
- Mi hai evocato per questo!
Yarko accennò un
sorriso mentre le toglieva il cuoio che le avvolgeva la bocca. Ora
poteva parlare.
Anja pronunciò solo sillabe sconnesse. Era
confusa dal trattamento riservatole, ma stranamente si sentiva al
sicuro tra le braccia di quel demone che aveva con maestria stimolato
i suoi lati più intimi.
Bianco come l'avorio e scolpito come una
statua di granito, dimostrava una ventina d'anni.
Era stranita e
frastornata, divisa tra il terrore per la singolare situazione e il
fascino che subiva da quel demone.
- Che succede? Ho sbagliato
qualcosa? - disse il demone.
- No, no, è che... - la timidezza di
Anya divertiva Yarko, che cercava di nascondere il suo ghigno sadico
- Ho un po' paura: non pensavo funzionasse veramente.
- Rilassati
e mettiti comoda – insisteva.
- Non è semplice così
immobilizzata.
Yarko la guardò e decise di andare fino in fondo e
anche oltre.
Anche lui subiva il fascino di quella creatura:
l'umana era deliziosa, sensuale e a lui non bastava possederla per
attrazione fisica imposta mediante carisma demoniaco.
Voleva la
sua mente e la sua anima, doveva eccellere agli occhi di coloro che
lo stavano osservando, doveva strabiliarli, far capire loro che non
si erano sbagliati nel riporre fiducia in lui.
- Che disegno
hai sulla spalla? - chiese lei, balbettando.
- È il drago che mio
nonno ha ucciso tempo fa per richiesta del re. Viene tramandato tra
discendenti maschi.
Ora rilassati, chiudi gli occhi.
- Vorrei
guardarti mentre...
Anja non capiva perché era attratta da quella
creatura, sapeva che i demoni sono esseri imprevedibili e malvagi, ma
allora perché ne aveva chiamato uno?
Aveva svolto il cerimoniale
senza crederci?
Ma in effetti non le stava succedendo esattamente
quello che aveva sempre desiderato?
Non comprendeva il perché
delle sue scelte ne tantomeno si era mai comportata in quel
modo.
Sicuramente avrebbe trovato un modo per uscire da quella
delicata situazione, ma in fondo non lo voleva davvero.
Il ragazzo
le si avvicinò al viso, la scrutò negli occhi così profondamente
che Anya si sentì nuda come non lo era mai stata in vita sua.
Si
sentiva completamente indifesa, non sapeva se fidarsi davvero di quel
demone venuto nel cuore della notte.
Yarko si sedete di fianco,
preso il viso della ragazza tra le mani, avvicinò delicatamente il
suo a quello di lei, sempre fissandola negli occhi, finché le punte
dei loro nasi non si toccarono; le labbra si sfiorarono
delicatamente.
Lei ebbe un brivido fortissimo: la travolse un
vento gelido ed impetuoso, ma trovò ristoro e sicurezza nelle forti
braccia di lui, dove si lasciò andare come per farsi sorreggere,
arresa davanti a un nemico irresistibile a cui si chiede
clemenza.
Socchiuse gli occhi abbandonandosi all'inevitabile e
lui, preso un lembo del mantello, ne strappò una striscia usandola
come fosse una benda!
Anja sussultò.
- Ora assaporerai le
delizie dell'inferno
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