Rabbia
-
Il ragazzo ci sa fare – abbozzò Lorenz - andiamo sul divano?
-
Ha avuto delle ottime insegnanti – rise ironicamente il principe
dei demoni, seguendo il suo amico.
- Di certo, quella zoccola
della compagna l'ha istruirlo a dovere. – intervenne Rohanda,
mentre accavallava con eleganza le gambe in mezzo ai due demoni –
Vorrei sapere cosa spera di ottenere con questa mossa.
- Suvvia,
il tuo odio per Krymhild è così forte – la voce di Lorenz era
paccata - che sospetti della sua dama di compagnia.
Sargon sollevò
il calice in cristallo appressandolo alle labbra, mandò giù un
sorso del liquido amaranto e cercò di concentrarsi sulla musica.
-
Io non capisco perché osi ancora mancarmi di rispetto per difendere
quelle sciacquette. – la voce di Rohanda era incrinata dalla rabbia
– Devo ricordarti che sei un nobile Ashvy, marito della tua stessa
regina e... – mentre i musici della Larankia suonavano, una corda
del violino si spezzò.
La nota emessa fu come un acuto fortissimo
che alle orecchie dei demoni sembrò una pugnalata nei timpani, e
interruppe gli strali della regina.
Quell'acuto sconnesso lasciò
tutti di sasso: gli stessi musici si fermarono spaventati mentre lo
sfortunato musicista, che suonava il violino incriminato, osservava
incredulo lo spazio disarmonico lasciato tra le corde per via
dell'incidente.
- Mia regina, mi perdoni! – si affrettò a
supplicare il kardigo – È stato un incidente: una corda è saltata
e...
Rohanda fissò i malcapitati – Stavo parlando con mio
marito, voi mi avete interrotto.
- Ci perdoni, mia regina –
continuò a scusarsi il kardigo mentre frugava tra i suoi averi alla
disperata ricerca di una corda per sostituire la mancante –
dev'essere stato per via de... - le parole morirono in bocca allo
sventurato kardigo.
- Suppongo sia per via delle mie urla –
interruppe Rohanda - Avete insinuato io sarei una befana pettegola
che molesta i suoi commensali, bene bene.
- No, no no – gridò
lo sfortunato kardigo prostrandosi al suolo – come può sua altezza
pensare che io...
Rohanda sbattè le palpebre due volte e schioccò
la lingua sul palato.
I cinque kardighi ridussero drasticamente il
loro volume, avvizzendo come un frutto andato a male, le loro
suppliche pure divennero incomprensibili bisbigli. I loro arti si
moltiplicarono assumendo l'aspetto di terrificanti e minuscole spine,
intersecando quello che un tempo era stato il loro torso.
I musici
della Larankia erano stati trasformati in cinque pityocampe:
cominciarono a strisciare sul pavimento cercando qualche foglia da
mangiare.
- Ma cara, ti rendi conto che è stato un incidente e
che...?
- Mi avevano offeso davanti al nostro principe e tu non
hai fatto nulla per difendermi.
Lorenz rimase basito – Stai
scherzando?
- Ho capito! – la regina aveva gli occhi arrossati –
La mia presenza non è di tuo gradimento. Per difendere la tua
vecchia fiamma, sbraiti, sputi fuoco e lanci fulmini dagli occhi. Per
me, non muovi un dito. Devo imparare a rimanere al mio posto. Mi
ritiro per non infastidirti oltre. Mio principe, col tuo permesso –
Rohanda voltò le spalle ed uscì dal salone.
I due demoni si
guardarono perplessi.
La voce di Lorenz spezzò il silenzio
innaturale.
- Darlyne, fa' portare via quelle bestiacce – il
demone indicò la processione delle cinque pityocampe che cercavano
di nascondersi.
- Subito, mio signore – la rajara poggiò della
stoffa sul pavimento, raccolse quelli che furono i musici della
Larankia avvolgendoli come un fagotto e li infilò tra le corde e la
cassa del violino di legno di abete cresilo – ho pensato che
essendo stati dei musicisti, avrebbero apprezzato il pensiero.
I
due demoni annuirono e Darlyne uscì dal salone.
- Per fortuna eri
davanti e hai visto e sentito – Lorenz si rivolse al principe dei
demoni - Cos'ho fatto?
- Lasciamo perdere – disse Sargon,
riprendendo il bicchiere in mano – perchè credi che non mi sia mai
sposato?
Sargon sfregò il pollice tra medio e indice: un
usignolo comparve alla finestra e cominciò a cantare.
- Godiamoci
questo cerimoniale – Sargon scambiò uno sguardo con Lorenz - il
ragazzo sembra promettente.
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